Guglielmo Tasca, laureato al dams, negli anni successivi alla laurea ha approfondito lo studio delle musiche e delle tradizioni popolari siciliane. Nel 1996 vince, insieme a Rinaldo Donati il premio Recanati per la canzone d’autore con il brano “Beddu nostru Signuri”, incluso nel cd ARA’ primo lavoro dell’artista pubblicato nel ’98. Da quel brano il regista Giuseppe Tumino ha realizzato un videoclip ampiamente premiato in numerose rassegne nazionali. Nell’ottobre dello stesso anno è invitato in Belgio per tenere un concerto nell’ambito della rassegna “TarantellaQui” al centro culturale di Seraing. Nel 2001 esce il secondo cd ’U pagghiaru Le sue musiche sono state utilizzate dal regista Mauro Aprile Zanetti per il docudrama” U GIOIA. Ialoffra e filuvespiri (IL GIOIA. Garofani e siesta) e per il film documentario “Diversabilmente uguali”, realizzato nel 2003 in occasione dell’anno europeo del disabile. Nel 2005 esce il terzo cd bonè bonè seguito nel 2010 da Ku nappa nappa,ultimo lavoro in siciliano seguito nel 2013 da “domani ancora” primo lavoro in italiano dell’artista. Nel 2006 viene utilizzato un suo brano in un film realizzato da Salvatore Presti dedicato all’omicidio del giudice Rosario Livatino (Luce verticale. Rosario Livatino. Il martirio). Collabora col grande poeta pugliese Cristanziano Serricchio, progetto in cui la viva voce del poeta recita sulle musiche create ad hoc da Guglielmo Tasca. Scrive parte delle musiche del documentarioTerra madre realizzato nel 2011 da Giuseppe Tumino utilizzando, tra gli altri , due brani La resa e Mastru ‘i ‘na forma ) tratti dal cd Gesù proteggimi pubblicato nel dicembre 2015. Nel 2016 vede la luce Domani ancora primo disco in cui prevale l’uso dell’italiano al posto dell’amatissimo dialetto siciliano. Adesso, dopo 2 anni di fermo biologico dovuto ai cambiamenti del mondo discografico nasce Dove nulla sembra primo disco “virtuale”, solo sugli stores digitali e senza supporto fisico. La storia prosegue.

Video di presentazione

(non presente)

Brano in lingua italiana

 Come, quando e dove


Q
uanti giorni ancora dovrò attendere?
Quanto tempo aspettare?
Quante volte ancora fingere?
Quanto ancora pregare?

E illudermi che un giorno possa cambiare
E tutta questa pena possa terminare
Tutta questa pena d’incanto scomparire.

Quante mani tese ancora chiedere?
Quante facce guardare?
E sorrisi ancora troppo giovani i volti abbandonare?

Le lacrime disertano
Occhi che ormai non sanno più sperare
Occhi spenti occhi stanchi di implorare.

Dimmi per favore, dimmi come quando e dove si potrà morire un giorno, solo d’amore
Dimmi per favore, dimmi come quando e dove
Ti potrò trovare un giorno nell'amore

Forse è nella nudità dell’anima o nel disarmo del cuore,
nella vita che non vuole arrendersi e nasce anche se muore
negli ultimi, in quelli senza parole forse un giorno li io ti potrò trovare
forse un giorno li io ti saprò amare

Dimmi per favore, dimmi come quando e dove si potrà morire un giorno, solo d’amore
Dimmi per favore, dimmi come quando e dove
Ti potrò trovare un giorno nell'amore

Brano nel linguaggio dei territori

 

(non presente)